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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA Di DANTE.
altro, il tempo brevissimo speso da fra Giovanni in sì grave fatica, basta a far sospettare, ch’egli a fine di spedirsene, com- pilava quante mai chiose gli erano somministrate , e dai libri che gli incontrava d’avere alla mano , e dalla sua memoria, e fors’anche alle volte, dalla sua fantasia. Infatti, se tutte le cose ch’ei raccontava, non erano destitute di verità, o, non foss’al- tro, di tradizione, com’ è dunque che tutti i commentatori da’ quali fu preceduto ne hanno ignorate parecchie, e non sono state tolte mai alla dimenticanza da ninno di quanti vennero succedendogli sino ad oggi?
LXIV. Il Tiraboschi nulladimeno credendo che ninno, da fra Giovanni in fuori, abbia mai dato indizio d’un viaggio di Dante in Inghilterra ’, trascurò certi versi ne’ quali il Boccaccio scrisse di lui :
Traxerit ut javenem Phcebus per celsa nivosi Cyrrheos, mediosque sinus, tacitosqae recessus Naturae, coelique vias, terraeque, marisque, Aonios fontes, Parnassi ciilmen, et antra Julia, Parisios dudam, extremosque Britannos ».
Sì fatte inavvertenze sono più presto da osservarsi, che da rin- facciarsi ad uno scrittore occupato di tanta mole di storia; e che senza arrogarsi di imporre ad altri le sue congetture, le lascia al nostro discernimento ; e non che affermare assoluta- mente; conclude: « sono cose narrate da niun altro, ch’io » sappia ’. » Ma gli studj, e pensieri, e 1’ anima tutta intera dell’illustratore dottissimo, i suoi storici, le sue croniche ma- noscritte, le sue scoperte delle epoche precise de’ viaggi di Dante nella Marca di Treviso e nel Foro-Giulio , e della sua stanza nelle corti poetiche del Caminese e de’ Patriarchi, ogni parola insomma, letta, ideata e scritta dal dottissimo illustratore, tende ad un unico oggetto, ed è: - l’autorità del codice Friulano equivalente all’ autenticità degli autografi. - Tanto apparato di dottrina, e promesse di nuove cose, e professioni di critica, inducono molti ad ammirare il sapere dello scrittore , e cre- dergli a un tratto ; e sgomentano chiunque mai dubitando del- l’origine del suo codice si volesse provare di contraddirgli. Per- chè chi potrebbe emularlo a tenere l’ occhio possibilmente a quanto ju scritto, intorno alla vita di Dante, dall’età del Boc- caccio alla nostra? Inoltre, - qualora la sana critica V ahlia richiesto, ei s’è giovato del sapere dei filologi e degli scienziati antichi e moderni, citando sempre gli autori s\ di libri stampati, come di non istampati, s\ di morti che di viventi. Non avvi in- terprete, da Jacopo della Lana fino al Biagioli , che per quanto
1 storia della Letteratura, voi. V, pag. 4’"’3 segg., nota (**).
2 Epistola del Boccaccio nell’ediz. del Petrarca, Verona, presso il Giullari.
3 Storia della Letteratura, voi. V, pag. 4/8, nota (a).
DISCORSO