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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 191

duta e imitata ’. Però si gloria di rinfacciare delitti anche a’ regnanti *, a’ quali il vendicarsi per mezzo di spie, ambascia- tori e sicarj parve sempre infamia minore che il non vendi- carsi.

LIV. Allorch’io dianzi alludeva all’ombra dell’ucciso che disse al Poeta,

Là, doy’ io p ù sicuro esser credea. Quel da Esti il fé’ far: — e iì vid* io Delle mie vene farsi in terra laco, —

non m’erano venute sott’occhio le circostanze scritte dall’Ano- nimo; e mostrano quanto quegli stessi individui piagati da Dante nella fama perseverassero nelle vendette *. E non per tanto , mentre nella Commedia affrontava a nome i potenti , si esacerbava un nemico in ogni plebeo d’ogni terra italiana. Siena era popolata da fatui ; ^ Arezzo , da cani , e il Casentino , da porci ; " e gli abitatori di- Lucca trafficavano di spergiuri ; * Pistoja era tana di bestie, e non doveva indugiare a conver- tirsi in cenere ’, né Pisa ad essere inondata dall’Arno ad an- negarvi ogni persona vivente ". Questo in Toscana; senza ri- riguardo a fazioni, e solo a riprendere le magagne prominenti d’cgni città : onde le donne quasi tutte in Firenze sono descritte mezzo nude su per le piazze, e avvezze alle libidini di Sarda- napalo nelle lor case *. Ma ogni fratello, e marito, e figliuolo, e padre, ogni uomo in Bologna era ruffiano delle sue donne; ^^ e micidiali gli abitatori d’altri paesi; "né in tutta Lombardia v’era da trovare più di tre uomini non villani; ’* e in Genova, dove non era umano costume; e co"^! pure in Romagna, dove il Poeta ebbe rifugio a morirvi, vivevano corpi animati da Dia- voli ; ma le loro anime cadute già nel profondissimo dell’ In- ferno giacevano tormentate fra i traditori di congiunti e d’a- mici ". Forse a ridurre a concordia una nazione che si sbrana


4 Juvenalis Satira Vili, i40, allegata nel Convito, pag. 276.

2 Liber Sapientiae, VI, 6-10, e concorda con più luoghi di san Paolo. — Pa- radiso, XVU, d3;M3<>. e tutto il XIX.

3 « Sempre li andavano dietro li assassini posti dal Marchese, per ucciderlo » quando fosse il destro. In processo di tempo, messcr MafTeo Visconti essendo « ^ignore di Milano, si lo elesse podestà. Questi la ricevetie. e venne per mare » inflno a Vinegia; poi quando vohe andare a Padova, quelli ch’orano a ^ua » caccia, sì lo uccisono nella valle di Oriaco. » Edi/. Fiorentina, estratti dagli antichi. — Purgatorio, V, vers. 70, segg. — e qui dietro, sez. XXXI.

4 Inferno, XXIX, 122.

5 Purgatorio, XIV, 37-54. 6 /n^emo, XXI, 38 42.

7 Inferno, XXIV, 125.

8 Inferno, XXXIII, 8i.

9 PurgatoìHo, XXIII, 94, segg. ; Parodito, XV. i07.

10 Inferno, XVIII, 56, segg.

11 Paradiso, XVI, 52, seg.

12 Purgatorio, XYI, 115126.

13 Inferno, e. ult., y. 12 segg.