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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. il9

consacrazione al ministero apostolico ? Non però Dante voleva dirlo palesemente, almen per allora; e perchè non raffigurava mai le sembianze né le forme de’ Beati ravvolti di fiamma che lo abbagliava, non ha ricordato le mani : ma chi non lo vede ?

Così benedicendomi cantando, Tre voli! cinse me, sì coni’ io tacqui, L’apostolico lume, al cui comando

Io avea detto : si nel dir gli piacqui «.

XLIV. E qui di subito ei si diparte dalla scena della sua consacrazione, per annunziare come dopo molti anni di vi- gilie e di perseveranza, non era lontano dal termine della im- presa, e che OMAi si sperava di raccoglierne i meriti. Forse quest’oMAi, più ch’ogni altro vocabolo, ha cospirato a far tra- vedere in tutti que’ versi ; da che ne’ commenti percorre l’in- tervallo di tempo dall’ esilio al ripatriare sperato da Dante, e dalla gioventù alla vecchiaia ’, - e non mai dalla settimana santa del 1300, quand’ ei fu tra gli Apostoli, al di che inse- riva, dopo forse diciotto o vent’anni, quel passo nel suo Poema. Rannoda la narrazione, ridicendo che il Principe degli Apo- stoli gli girò la fronte tre volte di splendore divino *. Beatrice richiede un altro Principe glorioso dell’ Evangelo di /armito- nare la speranza nell’altezza de’ Cieli;* dove, non essendovi più desiderio, le speranze erano superflue a tutti, da Dante in fuori, dice di lui :

La Chiesa militante alcun figliuolo Non ha con più speranza, com’ è ?crillo Nel sol che raggia tutto il nostro stuolo;

Perù gli è conceduto, che d’ Egitto Vegnj in Gerusalemme per vedere Anzi che il militar gli sia prescritto ».

XLV. Ma qui pure le fila si sottilmente intrecciate dal prin- cipio della prima al termine della terza Cantica, e che Dant: in questi canti studiasi di raccogliere , s’ intricano peggior- mente per entro una chiosa, alla quale consentono — i suf- fragi unanimi degli espositori - le dottrine celebrate dai grammatici - l’autorità, interpretata forse come Dio non vorrebbe, della sacra Scrittura - e la riverenza all’antichità; perciò che la chiosa è tradizionale da’ primi discepoli dei Poeta. Tutti, temo, anche il Volpi gran latinista, appropria- rono i significati assegnare limite e termine impreteribile di


i Paradiso, XXIV, v^rs. ult. a Vedi dietro, sez. XXV-XXVIL

3 Paradiso, XXV, 12.

4 Paradiso, XXV, 22-31.

5 Paradiso, XXV, 53-57.