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discorso sul testo del poema di dante. | 167 |
e al popolo non importava d’intenderle. Il corollario della teoria importò poco agli interpreti, e l’ebbbero per luogo comune in via d’esempio.
Ma voi torcete alla reHgTone Tal che fu nato a cingersi la spada; E fate re di tal che è da sermone.
XXXTII. Or questi erano i versi che il volgo intendeva più addentro, e illustra vali argutamente, com’oggi s’atfolia intorno alle invetriate de’ libraj a raffigurare a un’occhiata il principe più potente d’Italia in ogni caricatura che abbia garbo di sant’uomo in abito militare. 11 sermone in latino d’un re che soccorreva d’argomenti teologici e testi di Santi Padri i suoi alleati desolati da gravi calamità, fu tradotto nelle croniche; ma poscia non avvertito ". Onde da poco in qua solamente le postille d’un codice e d’un coetaneo di Dante: — «tocca il » re Roberto, il quale non doveva essere re, ma religioso; il » quale fue motivo di questa questione:» — hanno rivelato alcuni lineamenti ridicoli su la fisonoinia di quel monarca che esaminò il Petrarca gravemente per tre lunghi giorni, lo pronunzi ò degno d’alloro, e lo addottorò in poesia "’. Dante, tutto che mai non lo nomini, trasfondeva nuova ira al Poema, eccitata dalla crescente dominazione di Roberto, onde avrò da ricordarlo a ogni poco. Non potè averlo veduto se non forse molti anni innanzi; — se pur Dante nel 1295 andò a Napoli ambasciadore a Carlo II; — e penetrò forse fino d’allora con occhio d’aquila, dall’alto nel cuore del giovine. Poi l’abborri perch è usurpava il regno al figlio del fratello suo primogenito **; congiurava co’ Papi francesi, sue creature, a sommovere i guelfi \ ed insignorirsi di tutta l’Italia: e n’occupò molta parte: e, sotto colore di proteggerle, tiranneggiò le repubbliche, riparando sempre con arti volpine alla poca fortuna neile battaglie; ond’esce dalla perplessità di opposte interpretazioni anche il passo —
Fertile costa d’alto monte scende,
Onde Perugia sente freddo e caldo Da porta Sole, e di retro le piange Per grave giogo Nocera con Gualdo 9.
ì G. Villani, lib. XI, cap. 3.
2 Annotazioni al codice Cassinense del P. Ab. Costanzo.
3 Ediz. Fiorentina della commedia, 1:19, voi. IV, pag. 183.
4 Epistola ad Posteritatem.
5 Tiraboschi, Storia lett- voi. V, pag. 22, sull’autorità di M:uio Filelfo: vedi qui appresso, sez. CXXVI.
6 Paradiso canto IX, vers. 1-6. — Muratori, Annali, an. 1309.
7 Muratori, an. 1317.
8 (i. Villani, lib. IX, cap. 53; XII, 1.
9 Gli antichi interpreti, presso che tutti, e altri poscia inlesero il pianger» di Nocera e di Gualdo perchè la costa settentrionale di’l munto pendtiiilo so-