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dove s’inselvano gl’alberi, e le vigne, perche amano questi la spessitudine delle piante, dove più facilmente calano, e vi s’imboscano, E perche poi vi sono de Tordi, ed altri augelli più scaltriti, e schivi, che giuocano alla lontana dal cerchio del Roccolo, si fiancheggia il medesimo con le Passate ò per lungo, ò per traverso, quali estese in ale sù la foggia stessa del Roccolo a doppia spalliera d’Alberi dirittamente piantati arrestino in passando il loro volo, quando cauti pensano di scansare l’insidia. Si chiamano Passate, perche imprigionano gl’augelli passeggieri, e quelli, che van circolando al difuori per pascersi, ò quasi che fussino avvertiti dell’interiore inganno. Le Passate però di maggiore profitto sono quelle, che stanno distese sù la sella de monti, che è quella culla concava, che formano nel mezzo le cime opposte de monti medesimi, per cui gl’augelli già stanchi dall’alto volo s’aprono al loro passaggio il varco.

Posto tal sito, si pianta il Roccolo in figura rotonda, ò più che mezzo lunare d’arbuscelli frondosi verdeggianti doppiamente circolari, cioè di quercia, ed altra sorta, l’uno dall’altro due, ò trè, ò quattro braccia disgiunto, sicchè il cerchio esteriore delle piante sia più largo dell’altro cerchio, che interiormente sù ’l medesimo ordine a dirimpetto, e col numero stesso delle piante corrisponda all’esteriore, mà con più ristretta circonferenza per ragione dello spazio di due passi andanti di distanza frà l’uno, e l’altro circolo,


affin-