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ta. Stirata dunque la rete, ed in alto appesa ad una funicella con anella non di ferro, perche s’arruginiscono all’umida distemperanza dell’aria, mà di liscio corno, si distende rasente la terra conficcata con ramponi di legno, ò pure con certe doghe, ò palanche incastrate agevolmente, e fitte con un chiodo entro al pedale di ciascheduna delle piante del cerchio esteriore a guisa d’un saliscendo, che sazzola è detto da noi, lungo sì, che stesso arrivi all’estremità della rete, i filetti della quale s’impernano entro ad una tacca al di sotto nell’estremità del saliscendo scavata, qual saliscendo seguendo il moto della rete s’alza, quando si raggrinza la rete all’insù pe ’l tempo piovoso, e scende, quando rimessa si rallenta, essendo tempo sereno. Di più si carica la sottocorda della rete con contrapesi di pietra, ò di mattone appiccati a lei per tenerla terragna, e ferma via più contro l’impeto de venti, acciò dalle piogge non resti troppo raggrinzata. Le maglie debbono essere agili, e preste nel trascorrere, quando v’incappa l’augello, mentre avviene, che ò per le aride foglie cadute da gl’alberi, ò portate dal vento s’ingarbugljno; ò per l’umidità delle rugiade, nebbie, è piogge lentamente scorrano ad impigliare l’augello, onde egli cozzando la rete tantosto retrogradendo il volo si scalappia. A ciò fare è vopo primamente estrarne le soglie, ed acconciamente appannare la rete, che vale a dire tirar su le maglie spannate, e farne i sacchi, il


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