volte mezzolunare, resta da lei perfettamente unito. S’innalza questa come una capanna col pavimento di asse, e s’inarca a volta a guisa d’una trabacca stivata di verdeggiante fogliame, e sormonta tutta la circonferenza del Roccolo sottoposto, donde l’uccellatore s’affaccia per un largo spiraglio, detto la visiera, e d’avvicino, e da lontano nascosamente riguarda, e domina per ogni parte il circuito del Roccolo intero. Questa è rivolta per l’ordinario a Levante, ed a mezzo dì, e talvolta anche a monte, se da questa parte provengono gl’augelli di passata. E chiusa per tutti i lati da fronde, fuorche una fenestrella detta la sborratora, aperta nel mezzo del lato esteriore, può dire a fronte del Roccolo sopra il Capo dell’Uccellatore, ed ammannita a lui, per l’apertura della quale egli scaglia dall’alto, ed in alto gli sborratori sopra gl’uccelli poggiati, ò in atto di poggiarsi, come dirsi, nel tondo del Roccolo per sbarrattarli, e farli incappati nella rete. Il getto poi d’un solo sborratore non è valevole a fare tal pieno effetto, quando il gruzzo de gl’uccelli fusse numeroso, e disperso per le piante del Roccolo, onde l’Uccellatore debbe replicarlo con due, o più di quà di là gettati insieme facendo strepito col calpestio de piedi, e co’ lo spetezzare, e trullare a raddoppiati sonori fiati fattosi co’ la bocca petardo. Da tale romore sbigottiti gl’augelli s’abbassano, e con fuga precipitosa nelle tese maglie s’impigliano. Quì s’aggiunga, che la