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Poi subito soggiunse: Hai qualche speranza di guadagno?
Pin qui non ho pensato DE allo studio.
— Tuttavia, se t’affidassi ai negozianti...
— E vero, potrei fare degli acquarelli a cinquanta lire e delle copie di quadri celebri... oh certamente potrei, ma se mi ci mettessi, sono sicuro che il pennello mi cadrebbe dalle dita. Preferisco vestirmi male e mangiare peggio piuttosto che prostituire la mia arte ad uno scopo d’interesse... vi sono delle cose sacre, mamma.
— Sei fiero, riprese ella sorridendo, ma colla fierezza si fa poco strada... e allora, dimmi, questo piccolo viaggio a Venezia t’avrà costato un grande sacrifizio?
Oh mamma, mamma, un sacrifizio Jona che l’ho tanto desidemtol Ella parve commossa, mi strinse a sé con una certaeffusione e 10 le abbandonai la testa ardente in seno fra le trine fragranti e i giojelli, ma quell’abbraccio, tanto sospirato, mi dava adesso un senso di arcano dolore.
Continuando nel suo pensiero ella disse:
— Sara necessario ch’io ti risarcisca un poco delle spese che hai fatto per me, vorrei offrirti di più, ma tu accetterai il buon cuore...
S’avvicino ad una piccola scrivania, ne trasse una busta che certamente era già stata preparata e me la porse.
—- Io non sono venuto per mendicare del denaro! esclamai io in un impeto di ribellione. Sono venuto per vederla e per prendermi quella piccola parte della sua tenerezza, alle quale ho diritto, mamma, null’altro.
— Mariano... sei... sel collerico come tuo padre! balbettò ella scoppiando in un pianto dirotto.
Io mi sentii soffocare dal rimorso, mi gettai in ginocchio dinanzi a lei, le baciai le mani, le baciai il lembo della veste in un delirio di figliale devozione... ma, un grande specchio era in faccia a noi e mentre 10 studiavo, con ansia il suo volto per vedervi ricomparire un dolce, indulgente sorriso, m’accorsi ch’ella vi si mirava per constatare forse quantole lagrime l’avessero alterata...
To mi sentivo diventare un giudice inesorabile e avevo ribrezzo di me e della mia suscettibilità morbosa e pur non ero capace di vincermi.....
Ella mi sollevò con una certa bontà e accorgendosi dell’amarezza che mi trapelava nuovamente dal volto, si sforzò di rasserenarsi e di dirmi qualche amorevole parola, ma a me parve che nel suo segreto ella attribuisse la cagione del mio turbamento alla goffaggine dell’educazione borghese, mi parve, Iddio me lo perdoni, che provasse un lieve disdegno di me. La sua voce aveva l’accento dell’affettuosa compassione non già l’impeto dell’amore che non sa nascondersi. Rimanemmo muti entrambi. Finalmente ella ruppe il silenzio, domandando ancora:
— Dunque non accetti?....
— No mamma. La ringrazio con tutto Il mio cuore, ma non ne ho bisogno, mi compatisca!
— Come vuoi, Mariano. Bada però di non essere troppo orgoglioso..... — mormoro ella, dolcemente.
— È vero, sono orgoglioso, mì perdoni!
— diss’io con tristezza, sentendo che non avrei mai potuto giustificarmi.
— Non se ne parli più. Hai fissato di rimanere qualche tempo a Venezia?...
— Oh no. Devo affrettarmi di tornare allo studio..... Soltanto se se mì fosse concesso di rivederla ancora una volta.....
— Ci pensavo anch’io..... pensavo ad un altro luogo di ritrovo, perchè qui tu non puoi rimanere a lungo, nè ritornare senza pericolo di dar sospetto.....
Oh! l’orrore di quell’incontro segreto!...
— Forse sabato, continuò ella, i miei figli andranno al Lido a far colazione, 10dirò loro che non mi sento di seguirli e t’indicherò ove tu possa SOA — Farò tutto ciò ch’ella desidera, balbettai, ora è tempo ch’io parta, non è vero?
a Si. ragazzo mio. Noi abbiamo molti conoscenti qui e se qualcuno giungesse, capiral.....
— Ha ragione.
Ci abbracciammo un’ultima volta, la lasciai, scesì le scale a precipizio, uscii fuori galla riva, come un pazzo. Avevo la febbre, m deo le tempie, il cuore mi mastelaya furiosamente. Il sole mi dava fastidio: corsi a chiudermi in casa, ma quella fredda camera d’albergo mi parve insopportabile e tornal all’aperto.
Mi sentivo male, la mia mente era confusa, mi sembrava che il cuore si fosse vuotato ad un tratto, sanguinando, e rion volevo analizzare me stesso, nè spiegarmi la cagione di quell’affanno.
Passai due giorni nella desolazione, errando per Venezia senza trovar conforto.