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Ma il giovane pur sorridendo, continuava a protestare. Allora la marchesa gli si piantò ritta dinanzi, e interrogandolo ancor più con lo sguardo che con le parole:
— Voi fuggite la signorina Muzio — disse con risolutezza. — Un simile modo di procedere non si giustifica che coll’avversione o... coll’amore, Valeria, poverina, non merita la vostra avversione, nè voi potreste accogliere in cuore un sentimento così malvagio... è dunque l’amore... siete così fortemente innamorato, Stefanis?
Il giovane impallidì.
— Non so... non so nulla — rispos’egli — la prego, donna Bianca, non insista più oltre.
Ma la marchesa che aveva saputo quanto bramava, non si diede per vinta e, opponendo la sua femminile, seducente ostinazione, alla grave fermezza di Stefanis, chiamato in aiuto anche il marito, lo indusse con dolce violenza a seguirli. Essi raggiunsero in breve la villetta ove la signorina Muzio soleva passare l’autunno, una specie di cottage perduto fra il verde, che portava il motto Quies, sul cancello di ferro tutto adorno di grappoli di bignonie rosse.
V’era molta gente, quella sera, e Valeria potè dissimulare la viva commozione che le destò nell’animo la comparsa inaspettata di Stefanis.
La marchesa trovò, tuttavia, un momento opportuno per mormorarle all’orecchio:
— Non mi sono ingannata, ma egli non si tradirà mai...
Il dottore non si trattenne a lungo, ma quell’incontro, quasi forzato, nell’elegante salotto tutto adorno di crisantemi giapponesi, ove la gentile padroncina di casa, vestita di rosa, andava, come una fata leggiadra dall’una all’altra delle sue ospiti, gli lasciò nell’animo un ardente, un tormentoso desiderio, ed egli dovette lottare eroicamente contro la dolce tentazione. Il suo istintivo riserbo, la sua naturale alterezza facevano sempre prevalere sull’innamorato, l’uomo che avrebbe preferito morire piuttosto che esporsi a un disinganno o ad un rifiuto. Fermo nel suo proposito di non tradirsi, egli mantenne il solito delicato contegno, si contentò di fare un’altra fuggevole comparsa alla villa e due brevi visite in città, durante l’inverno. Nei pubblici ritrovi, al concerti, nei teatri non gli era più concesso di scorgere Valeria nemmeno da lontano, perchè la fanciulla quell’anno menava una vita assai ritirata.
Un giorno di marzo, erano alcune settimane che non la vedeva, Stefanis, torturato da una profonda tristezza, non seppe resistere ad un improvviso ed imperioso istinto del cuore, e decise di passare la serata in casa Muzio.
Al suo apparire, Valeria arrossì profondamente, ma dopo qualche