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anche cadenti. Un solo astro mi seduce. Indovina un po’; mio caro filosofo?..
Valeria Muzio. Audaces fortuna juvat. Serba silenzio scrupoloso;
fra breve saprai di più. In agosto ella. torna costà, io andrò a Roma
donde ti scriverò un’epistola più seria. Addio e segui l’ottimo esempio.
Il tuo fortunato
Peppino.”
Stefanis sorrise, ma nel riporre quella lettera entro il suo portafogli,
s’accorse che le mani gli tremavano.
«Il fatto doveva accadere», diceva fra sè; «il momento poco importa. Purchè Valdusa la renda felice!»
Ma per quanto egli chiamasse in soccorso la sua fida amica, la ragione, non gli riescì di far nulla in quel giorno e in molti altri appresso.
Gli pareva che nel suo cuore si fosse spenta, all’improvviso, una luce interna che tutto, vividamente, lo rischiarava.
Passarono due altre settimane, poi giunse una seconda lettera, questa con la data di Roma. Stefanis l’aperse, sicuro di trovarvi la sua acerba condanna e scorse tutte d’un fiato, le seguenti righe:
Mia adorata Valeria,
«Ti scrivo per la prima volta dall’eterna Roma che contemplo, pensando a te. La leggiadra tua immagine mi segue ovunque, come, un simbolo di vita e di speranza, in mezzo a queste rovine che l’afa estiva rende deserte e malinconiche. Vorrei dare le ali al tempo affinchè esso mi riconducesse a te vicino... I miei ‘affari volgono al termine, fra breve sarò in Toscana e poi... m’accoglierai nella tua poetica villa, il nostro legame sarà noto agli amici, e io riudrò dalla tua bocca le soavi parole che mi mormorasti un giorno, sulla spiaggia del placido mare, quando invidiavi la vita felice dei pescatori... Difatti, che cosa sono gli agi, i beni, il lusso, in confronto a quella vita semplice, ignorata, in cui v’è tanta ricchezza di familiare affetto e di virtù? .. che sono i fasti del mondo in confronto alla dolce intimità della famiglia?.. Un vano miraggio. lo sogno continuamente queste tranquille gioie che faranno di me un tenero compagno, un amico devoto e... un uomo felice.
Pensa a me, e amami quanto t’ama, dal profondo del suo cuore, il-tuo fedele
Peppino.”
Ti prego, mettimi ai piedi di Miss Cox.»