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38 la fanciulla straniera


umanitario, vi è sempre la carità e i mezzi non ti mancherebbero; per appagare i bisogni dello spirito vi sono fonti inesauribili: i libri, i teatri, la corrispondenza epistolare, i viaggi...

— Ebbene... non riesco a comprenderti — disse Anna, pallidissima. — In poche parole... io desidererei che tu rinunziassi a certe cose... vedi... saresti, non so come spiegarmi... saresti più donna, più conforme alla missione che la natura e Dio ti hanno assegnata... Anche ieri, hai sentito... con quella velata ironia... era una cosa penosa!

Gli occhi di Anna si erano dilatati straordinariamente, come fosse presa da uno stupore profondo. Ella non rispose.

— Lo vedo — continuò il giovane con la più insinuante tenerezza — forse adesso non puoi comprendermi... ti sembro un grande egoista! ma più tardi senza fallo mi daresti ragione, e il tuo sacrifizio sarebbe compensato da un amore senza limiti, da una perenne adorazione...

— Rinunziare... a scrivere? — domandò finalmente Anna, con voce strozzata.

— Sì, cara Anna, ma di più ancora... di più.

— Alla mia professione? ma non sai che ci tengo come alla vita stessa! — esclamò la fanciulla, scattando.

— E se te ne pregassi?

— Perchè? ma perchè, perchè? — insistette ella, con angoscia.

— Perchè... sono geloso di tutto, perchè vorrei che tu fossi mia, tutta mia...

— E non credi tu che una nobile occupazione, il trasporto per un’arte non possano elevare e rinvigorire l’affetto?...

— No Aennchen. La famiglia non ci consente di divagare in troppe cose, e certe posizioni sociali hanno anch’esse i loro doveri e diritti...

— I diritti e i doveri della società sono basati in gran parte sul falso! — disse la fanciulla scuotendo la testa.

— Allora, permetti che mi spieghi meglio. Io non potrei tollerare che queste manine si occupassero di sezioni anatomiche... non potrei tollerare che la mia diletta compagna avesse dei rapporti cogli editori, si esponesse al giudizio volgare del pubblico e alle censure spesso insolenti dei critici.

Il volto della fanciulla s’era fatto quasi livido. Ella balbettò:

— Dunque, al tuo amore tu metti una condizione?

— Oh Dio! una condizione! non è la parola... te l’ho detto, si tratta d’una preghiera.