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la fanciulla straniera | 37 |
Decio prevenne involontariamente il suo desiderio, raggiungendola quella stessa mattina nel piccolo salotto che serviva di biblioteca, e ov’ella s’era recata per riporre un volume di versi.
Erano soli e Anna sentì che il momento decisivo era giunto.
— Aennchen! — cominciò il giovane con la solita voce soffocata e ardente — dimmi la cagione della tua mestizia.
— Ho risolto di partire.
— Sempre questa dolorosa minaccia! Anna, Anna, tu hai avuto qualche spiacevole impressione...
— Mi sono accorta che non dovevo abusare più a lungo della vostra cortesia, mi sono destata all’improvviso, come da un sogno, Decio. Devo tornare alla vita reale.
— Ti hanno turbata le mie parole? non sei contenta di me?
Ieri sono stato forse un po’ strano, ma che vuoi... non amo di rivelare al pubblico i miei sentimenti.
— Hai ragione.
— Dopo, ti ho parlato con un certo impeto... fummo interrotti subito e non potei rivederti...
— Io non ho nulla, Decio, rassicurati.
— Comunque sia, io sono venuto per tranquillarti e per aprirti schiettamente l’animo mio... hai diritto a questa confessione. Dal giorno che ti conobbi, Anna... devi essertene accorta! io fui turbato nel mio profondo da gioie e angoscie che nessuna donna mi aveva mai fatto provare. Vi è forse nell’intimo delle anime nostre un arcano vincolo di simpatia... E pure, non te lo nascondo, vi sono anche nella tua individualità così spiccata degli elementi che contraddicono alla mia natura e che mi fanno molto soffrire. Quante notti insonni ho passate! Non so perchè io desideri con tale veemenza la tua anima, e soffra nel tempo stesso di questo invincibile turbamento!
— È l’eterno conflitto del quale io già ti parlai, Decio. Hai letto il Moebius? Egli dice delle verità, se vuoi, ma con evidente spirito di parte. In fondo ad ogni uomo vi è un po’ di questa coscienza virile offesa e irritata.
— Io non ho letto il Moebius, Anna, io ascolto soltanto la voce interna che mi costringe, per un debito di lealtà, a confidarmi teco... Vorrei che tu fossi la mia donna, la mia cara donna, ad un tempo la dama del mio cuore e la signora della mia casa. Vorrei che tu governassi questo piccolo regno con la forza del tuo intelletto e con la virtù del tuo sentimento, abbandonando ogni altra esterna aspirazione. Per soddisfare l’istinto