Pagina:Turco - Impressioni e ricordi di Bayreuth.djvu/7


impressioni e ricordi di bayreuth 245


nubi, ma in senso inverso. Il fremente Alberico è costretto ad evocare dalle viscere della terra, col magico potere dell’anello, uno stuolo di Nani recanti tuttii suoi tesori, ma serba tuttavia per seè quel sicuro talismano che potrà indicargli nuovi filoni di metallo, che potrà renderlo ancora padrone del mondo.

Wotan glielo strappa dalle mani e il Nibelungo scaglia sull’infausto oggetto quella maledizione che dovrà poi fruttare sciagura e morte.

Il motivo delle Norne, delle tre profetesse, non dissimile da quello delle Ondine, risuona Teatro di Bayreuth. ed Erda, loro madre, sorgendo luminosa e fantastica apparizione dal suolo e presagendo guai a tutti i possessori dell’anello, esorta Wotan ad abbandonarlo agli avidi Giganti che il tesoro, ammassato dinanzi a Freia onde ne sia nascosta la vaga immagine, mai non appaga, che intravvedono ancora in un interstizio, fra gli oggetti preziosi, il suo occhio scintillante.

Wotan segue il consiglio della dea dell’acque e della saggezza eterna, cui sono noti i destini dell’umanità scontante le sue pene, cede l’anello e subito il triste presagio di Erda si compie; prima vittima di quella fatale magia, Fasolt cade per mano fratricida.

Sollevati finalmente gli dei dal cruccio della dovuta mercede, redenta Freia, si dispongono a prendere possesso del Walhalla, ma la rocca è inaccessibile.

Donner, il dio del fuoco, suscita a colpi di martello, una formidabile bufera, e Wagner la dipinge in un meraviglioso quadro musicale. Come un turbine s’incrociano nell’infuriare della tempesta gli ondeggianti arpeggi degli archi ai quali subentrano le arpe e i legni, dolci interpreti alla quiete del sopravveniente arcobaleno, lanciato nell’aria da Froh per congiungere l’altipiano col nordico Olimpo.

Il tema festoso del Walhalla echeggia, ma interrotto, intralciato da altri temi accennanti alla necessità di creare una forza vincitrice che ridoni agli dei il potere scemato nella perdita dell’aureo simbolo.

Al suono di una gioconda fanfara orchestrale, s’avviano lentamente gli dei verso il ponte aereo e variopinto dell’arcobaleno per raggiungere la loro sontuosa dimora, ad onta del sarcasmo significante di Loge, ad onta del flebile lamento che mandano da lontano le afflitte figlie del Reno, come una minaccia di sterminio.

Quando si esce dal teatro ed è a notte inoltrata lentamente si scende dal poggio onde raggiungere la propria dimora nella casa di qualche onesto cittadino di Bayreuth non si avvertonoidisagi di quell’alloggio che nordiche usanze rendono più ospitale che confortevole:

e la mente incapace di tornar subito alla realtà quotidiana, rifusge con violenza da qualsiasi volare distrazione, non cerca che il raccoglimento per poter gustare ancora colla ricordanza il benefizio d’un ineffabile diletto spirituale che a nessun altro s’agguaglia.

Non a torto una nostra celebre attrice ebbe a dire che‘a Bayreuth ella provò le più alte sodisfazioni dello spirito.

Altre potenti manifestazioni artistiche, ad