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16 | Il sacrificio dì Ieronima |
carattere e sicuro della saggezza di Ieronima, Moras non aveva saputo
negargli il conforto di penetrare nell’intimità della loro vita musicale;
ma le creature sagge sono quelle in cui il sentimento mette più facili
e più salde radici, e Wilmos, il giovane geniale e fino, era tutt’altro
che privo di seduzioni.
Quand’ebbe finito di scorrere l’elegia, Ieronima chiese:
— «Posso tenerla?..»
— «Senz’altro. È per lei, gliela dedicherò, se permette.»
— «Grazie, conte Kemeny.»
— «Mi concederà di rivederla qualche volta?» domandò il giovane, dopo un lungo silenzio, esitando.
— «In Cielo, ci rivedremo!» rispose ella con un breve, tristissimo sorriso, «in Cielo, ove tutti quelli che hanno amato la musica si ritroveranno.»
— «Ella lo crede fermamente?» domandò Kemeny non senza commozione.
— «Guai se non lo credessi! Questa sicurezza dell’altra vita è l’unico mio conforto. Sono certa che incontreremo altrove i nostri cari e che nella eternità delle cose la musica diverrà sempre più grande...»
Nelle lunghe serate d’inverno s’erano intrattenuti qualche volta su quell’argomento ed egli s’era compiaciuto di contraddirla per provocare quelle sue ardenti professioni di fede. Adesso, dinanzi alla sventura si raddoppiava il suo rispetto per lei e per quella stessa fede in Dio e nell’Arte. Egli stette un poco pensoso, poi, seguendo quasi l’intimo corso dei propri pensieri, mormorò: «Peccato!.. Era proprio necessario che rinunziasse interamente al passato?»
Ella ebbe un singhiozzo represso e rispose con un filo di voce:
— «Ragioni morali e materiali mi costringono a farlo. Mio padre lo ha forse desiderato, mio fratello lo vuole... la carriera dell’insegnamento mi ripugna; per aspirare all’esclusiva vita dell’Arte non sono preparata abbastanza... non vi pensai prima... ero così felice con mio padre! ma amare la musica per sé stessa è altra cosa che coltivarla per il pubblico...»
— «Ha ragione; ma quando un vero talento esiste, la volontà può superare qualunque inciampo. Tuttavia... ella adempia coraggiosamente al desiderio di suo padre», concluse Vilmos dopo qualche minuto di riflessione.»
— «È questo il suo consiglio? anch’ella Kemeny pensa così?» dgmandò sospirando leronima.
— «Forse... Un posto sicuro è una gran ventura per la donna, e la visione che a lei tanto [sorride] non è probabilmente che un ingannevole miraggio ...»