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CONCORSO DELLA “RIVISTA PER LE SIGNORINE„

Novella premiata 1.


Il sacrificio di Ieronima.

I.

Erano seduti a tavola, i genitori e i sei bambini: i più piccoli vicini alla madre, i maggiori accanto al babbo. Mangiavano tutti molto. attentamente una minestra di pasta al pomodoro.

Un po’ discosto dal desco, presso alla finestra; donde veniva, a traverso le chiuse persiane; il flebile suono d’una musica lontana di chitarre e mandolini, stava una fanciulla vestita di nero. L’armonia delle forme, alquanto esili ma molto gentili, sostituendosi alla bellezza, dava una distinzione, una grazia singolare alla sua svelta persona: gli occhi grandi, profondi, d’un colore fra il glauco e l’azzurro che illuminavano a tratti il volto abbattuto, anzi come estenuato da un grave dolore, a tratti si velavano di lagrime.

L’appetito dei piccini, le loro domande, la loro allegria vivace, soffocata a stento dalle ammonizioni dei genitori, le richiamarono a poco a poco sulla bocca un triste, dolcissimo sorriso.

— «Dunque, Ieronima, ci hai pensato?» chiese il giovane che sedeva in capo di tavola, rivolgendosi a lei.

— «Ho pensato molto, ma non ho concluso nulla...»

— «Mi faresti un gran piacere, e anche a Serafina...», continuò egli, cercando con gli occhi il volto di sua moglie che assentiva, «quali altri piani puoi avere così giovane, così sola?..»

— «Il piano lo avevo, ma forse non è effettuabile...», disse Ieronima.

Egli la interrogò collo sguardo.

— «Volevo andare a Milano o a Napoli per perfezionarmi...»

— «A vent’anni in un conservatorio di musica! E i mezzi, ove li prenderesti?», domandò egli brutalmente.

  1. Vedi N. 24 della Rivista per le Signorine, anno 1897. Questa novella aveva per motto: Picciol passo con picciol seguitando.