Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 88 — |
Riviera quando cominciò a frullargli per il capo il desiderio di fare una qualche scappata segreta colla fanciulla, e un bel mattino le propose, senz’altro, di recarsi con lui, la notte seguente, al veglione del teatro Carlo Felice.
Alla prima, Natalia si mise a ridere come se il giovine le parlasse d’una cosa impossibile, impensabile; ma le istanze di Lodovico furono così affettuose, ch’ella ne rimase fortemente turbata. Credendo tuttavia nel suo delicato ritegno, nella sua persistente saggezza, di mettersi sotto l’usbergo d’un sicuro ostacolo, ella dichiarò che non avrebbe mai accettato senza il consenso della sua padrona.
Ma la contessa, guidata dal suo spirito d’opportunismo, dalla sua superficialità bonaria, sicura dell’onoratezza di Natalia, si lasciò debolmente strappare il consenso dal figliuolo, per la tema ch’egli potesse scegliere di peggio.
E così avvenne che Natalia, incoraggiata da quella colpevole indulgenza, trascinata dalla tentazione irresistibile ormai, accogliesse con trasporto il lusinghiero e seducente invito.
Quale incanto la trottata notturna sulle rive del mare, la misteriosa intimità della carrozza nelle vie della città rigurgitanti di allegre maschere e splendenti di luce! qual gioia intensa il passeggiare con Lodovico Pallano tra i fulgori della festa, tutta ravvolta in un domino di raso bianco, col cappuccio adorno da una ciocca di vividi garofani! com’era piacevole quel loro incognito