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colla sua piccola anima i fantastici sogni della giovinezza.

Un pomeriggio, ella si trovava nel salotto della sua padrona, tutta intenta a rinnovare le gale di un cuscino di seta, quando due mani profumate le si posarono, all’improvviso, sugli ocelli e una bocca ardente le mise un bacio sul collo. Ella cacciò un grido, si volse sdegnata e si trovò in faccia a Lodovico Pallano. Dinanzi al bel volto allegro del giovinotto, il suo corruccio si fece più mite, nondimeno, reprimendo l’invincibile tenerezza che l’era rifluita in cuore, ella disse con gravità:

— Mi sono molto spaventata. Questi modi non mi convengono.

— Dunque ti rincresce di vedermi, Natalia?....

— Non dico questo, ma....

— Andiamo, sii cortese e non ti confondere con simili sciocchezze. Pensa piuttosto che ho una fame da morire.....

— Ci penso subito — rispose Natalia, rasserenandosi — ma deve contentarsi d’un desinaretto alla buona

E scansando una nuova carezza, s’avviò, di corsa, alla casa del fattore in cerca d’aiuto e di consiglio.

Lodovico fece molto onore alle vivande squisite nella loro sobrietà: un piatto fumante di maltagliati e una pollastra al pomodoro; volle che Natalia lo servisse invece del domestico e divise con lei le fragole moscatelle dell’orto, mettendogliele in bocca ad una ad una.