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spazzolino, la cornice d’argento ossidato quando Lodovico Pallano comparve sulla soglia e le chiese:
— Hai veduto il mio libro, Natali?
— Quello che stava leggendo stamane? Folles amours? eccolo — disse la fanciulla porgendogli un volume d’Ollendorf colla copertina gialla.
— Bravissima! conosci dunque il francese? sai ciò che vuol dire: Folles amours? del resto, la parola amore si capirebbe in qualunque lingua, non è vero, Natalì? — soggiunse il giovinotto, avvicinandosi a lei e tentando di cingerle con un braccio la svelta persona.
Ella si schivò con uno sguardo così pieno di sommessi ma intensi rimproveri che Lodovico dovette cedere e non senza un lieve imbarazzo.
— Non ti credevo così severa — mormorò egli — mi piaci... Natalia, ti sei fatta una gran bella figliuola! dimmi, ce l’hai l’innamorato?
— Oh signor conte!.....
— Qual meraviglia!..... Non l’hai? davvero?
— Davvero.
— A me dunque un po’ di bene, lo vorrai......
— Sono affezionata a tutta la famiglia.....
— Dico a me a me particolarmente. ...
— Non so — balbettò la fanciulla molto agitata.
— Non sai?... ti vorrò bene io per darti il buon esempio.... sei d’accordo, Natalia?....
Un cameriere entrando, interruppe lo scabroso colloquio.
La fanciulla riprese le sue occupazioni. Il cuore