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forse da una simpatia misteriosa verso colei che aveva dato la vita a Gabriele.
Quando il maestro vi tornò, inaspettato, all’alba, la vigile signora era già alzata e stava innaffiando, con amorosa cura, alcuni suoi vasi di fiori sul davanzale della finestra, nella stanzetta da pranzo. Ella fece un’esclamazione dì gioia nel rivederlo, ma subito s’accorse ch’era pallido in volto e, interrogandolo ansiosamente cogli occhi, lo trasse seco, in un angolo, sopra un sofà. Il giovane non rispose, ma le si abbandonò fra le braccia con un singhiozzo così disperato, che senza più parlare ella comprese il segreto.
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Furono quelli due lunghi, penosi mesi d’aspettazione. Alcune lettere della marchesa vennero ad interromperne l’insopportabile monotonia. Ogni volta Montalto ne lacerava la busta con mano febbrile, tremando di trovarvi l’annunzio «Violante è fidanzata ». Non era sì forte in lui la tema che la fanciulla potesse spontaneamente corrispondere alla simpatia di Golis, quanto il sospetto che, da sviscerata figlia quale s’era dimostrata sempre, ella finisse per sacrificarsi al tacito desiderio della marchesa. Ma da quelle lettere nulla di speciale mai trapelava, e domandare egli non avrebbe osato; anzi, per paura di dover udire una di quelle notizie vaghe che formano il pascolo dei curiosi e