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E Montalto cercava, cercava, ma sempre indarno, nella sua mente, l’uomo adatto per Violante. E forse quella sua contrarietà quasi selvaggia non era figlia dell’egoismo.

Profondo ed assiduo osservatore, come tutte le anime solitarie, egli conosceva molto gli uomini e le loro depravazioni e aveva la facoltà singolare di giudicarli a prima vista, dai tratti della fisionomia, da un atto, da una parola. E poi, nel suo pensiero, aveva posto quella creatura così in alto, che nessun uomo, compreso sè stesso, stimava degno di conquistarla.


🞻 🞻 🞻


Egli discese assai tardi. Era sempre un poco lento nella sua toilette, e Violante, che s’alzava spesso all’alba, soleva qualche volta canzonarlo amorevolmente per quella pigrizia.

Il cameriere gli disse che le signore erano andate con gli altri ospiti in un boschetto non lontano dalla casa, e che speravano volesse ivi raggiungerle.

Montalto preferì d’aspettarle nel salone, e prese in mano lo spartito del Siegfried, ma ne aveva appena sfogliate alcune pagine quando comparve la signorina di Riace.

Il volto di Violante era insolitamente turbato. Il giovane s’accorse subito ch’ella si trovava in preda ad una forte agitazione: senza fallo quella mattina Golis s’era dichiarato anche con lei. Egli