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— Dunque la signorina... — mormorò Montalto.

— Non si è mai espressa chiaramente. Sapete che Violante è alquanto originale, un po’ chiusa forse... e poi si tratta di determinazioni così serie.... Però se dovessi giudicare dalle apparenze... per lievi che siano...

— Concluderebbe...?

— Per il sì. Del resto c’è tempo a riflettere. Violante è molto saggia. Ella deciderà a norma del suo buon senso. Io la lascio libera affatto... non voglio esercitare influenze, nè assumermi responsabilità troppo gravi. Chissà che non vi faccia una qualche confessione?

Montalto non rispose. Egli si sentiva male e non desiderava altro che la fine di quel colloquio per potersi ritirare, per poter esser solo prima che la sua angoscia lo tradisse.

La marchesa, preoccupata già da altri pensieri non s’avvide dell’alterazione che il giovane, d’altronde, faceva ogni sforzo per dissimularle. Appena gli tu possibile egli s’affrettò a lasciarla, e camminando a stento si ridusse nella propria stanza, nè mai più grave gli sembrò la deformità che lo incatenava, che lo privava perfino dell’agognato sollievo di andar fuori nell’aperta campagna, d’errare senza posa per i luoghi più solitari, d’effondere nei misericordiosi silenzi della natura la sua desolazione.

Fu una notte di delirio, di pazzia.

La mattina, affacciandosi alla finestra, vide Vio-