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sotto il nome di Grieg, e frenando a stento l’accesso d’intolleranza artistica che lo aveva preso — eravamo in sol minore, ma c’è un pedale ed ella sa meglio di me che sul pedale passano tutti gli accordi...

Golis simulò di tacere per cortesia, si morse le labbra e ascoltò in silenzio la fine della berceuse, ebbe una parola amabile d’encomio per l’esecutrice, poi si volse a parlare con altri.,

— Come m’avete fatto soffrire, Montalto! — osservò la fanciulla, rammaricata.

— Non ne vale la pena davvero. Fu un piccolo esperimento sulle umane prevenzioni e non il primo che faccio, un capriccio momentaneo del quale mi pentii subito, per lei che è così pietosa... ma non ero più in tempo a rimediarvi, senza fare un male maggiore...

— Siete stato generoso anzi...

— Oh no, Violante! — disse il giovane che si rimproverava d’aver approfittato di quell’equivoco con un po’ di malvagità virile; — nè generoso, nè garbato. Ho fatto male a venir qui, lo sento; oh! mi perdoni, mi perdoni! Avevo tanto bisogno di rivedere lei e la marchesa dopo questi lunghi mesi!

— E noi? quanto v’abbiamo aspettato! Ma io vorrei sapervi contento, sereno...

— Lo sono, marchesina — rispos’egli con una certa fierezza. — Il lavoro mi farà bene. Quell’ozio forzato mi umiliava. Ma non parliamo di me, parliamo piuttosto di lei. Che cosa legge ora?...