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Intorno alla marchesa Vittoria, s’aggruppavano, quel momento, varie persone: Violante, un po’ discosto dagli altri, un po’ abbandonata sulla sua seggiola discorreva animatamente con un signore che le stava dinanzi e ch’egli non conosceva.

Montalto entrò, sforzandosi d’essere calmo.

Violante fu la prima a vederlo. Ella balzò in piedi esclamando: — Oh mamma, il maestro! — e gli corse incontro festosa.

La marchesa e gli altri ospiti, a lui noti, si alzarono e gli si strinsero intorno per dargli il benvenuto e per informarsi della sua salute, solo quello sconosciuto rimase in disparte aspettando una presentazione. E subito la marchesa disse:

— Il professore Gabriele Montalto, il Conte Golis...

Montalto avvolse con un solo sguardo la figura più che corretta, elegante e diplomatica, di quell’estraneo ch’era un bellissimo giovane, e sfiorò appena la mano ch’egli gli porgeva.

Violante s’affrettò di farlo sedere, lo accolse con una certa effusione, con una cordialità ancor più affettuosa del solito, e gli si mise accanto facendogli molte domande sulla sua malattia, chiedendogli premurosamente notizie di sua madre.

Poco appresso, il cameriere aperse la porta della contigua sala da pranzo e gli ospiti andarono a raccogliersi intorno alla tavola gioconda di freschi fiori, di vasellami d’argento, di porcellane antiche, di vetri limpidissimi. Violante stava