Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/57


— 49 —


linconica. Egli si provò di leggere la Gazzetta musicale che aveva presa seco, ma non gli riuscì di trovarvi alcun interesse. S’accostò al finestrino e guardò a lungo il paesaggio monotono e nebbioso. Così mesta, incolore, desolata gli appariva la sua vita, nella minaccia di perdere Violante. Egli si faceva un acerbo rimprovero di non potersi dedicare per intero alla madre sua e alla sorella, a quelle due così sicure e immutabili affezioni, e ne sentiva un rimorso gravissimo ma inefficace. Immaginava sempre Violante fidanzata, poi sposa. Certamente ella sarebbe rimasta una buona e fedele amica, ma i loro rapporti per necessità dovevano mutarsi; altri impegni, altre cure l’avrebbero distolta dalla musica e perciò da lui, costringendola forse a cambiar dimora, e allora la separazione diventava assoluta. Insopportabile pensiero! eppure gli era forza accoglierlo in se, abituarvi sì, anzi convincere la propria ragione, dissimulare quella folle battaglia che lo rendeva ridicolo.

Nel pomeriggio cessò di piovere, una zona di luce infiammò il vasto orizzonte, il tramonto gli parve un grande incendio.

Giunto finalmente all’ultima stazione, egli prese una carrozza e si fece condurre alla villa. Era già l’ora del crepuscolo quando gli apparvero da lontano, sfumati nell’ombra, certi gruppi noti di alberi giganteschi che adornavano il parco. Aveva percorso con grande trepidanza quella valle alpestre il cui paesaggio gli era familiare e caro; av-

4