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mento si faceva sempre più grave, perchè, dalle lettere che gli andava scrivendo, di tratto in tratto, la marchesa, egli risapeva tutti gli avvenimenti della vita alpestre, le gite, le escursioni, i ritrovi, i nomi degli ospiti, senza poter venire a cognizione dei particolari atti a schiarire i suoi dubbi; e quando si recava egli stesso a Villa Vittoria, il piacere di quel soggiorno gli era poi turbato, alla partenza, da tristissimi rimpianti e da un’incertezza senza fine.

Il contegno di Violante era sempre eguale con tutti, molto cortese e molto riservato; eppure quante volte già l’avevano fatta sposa! quante volte al circolo, al liceo, nelle case dei suoi scolari gli avevano chiesto se la signorina fosse realmente fidanzata come si narrava, ed egli, pur negando, s’era sentito tremare e impallidire sotto l’impressione violenta di quella domanda!

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Violante aveva compiuto i ventidue anni e il pericolo cresceva. Senza essere bella, ell’aveva raggiunto tutta la pienezza del fiore giovanile e la più alta ed intensa intellettualità dello spirito traluceva dal suo volto delicato e nobile, come una fiamma viva.

Era sorto ancora una volta il triste giorno della separazione estiva. Oppressa dall’afosa atmosfera di luglio, la marchesa non dissimulava la sua contentezza per l’imminente viaggio che doveva tra-