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adesso lo sono ancora? — chiese il giovane scherzando.

— Adesso? credete essere di facile contentatura?

il vostro giudizio mi ha sempre imposto, non solo nella musica, ma anche nelle altre cose, siatene certo...

— Nelle altre cose? non capisco, signorina.

— Ecco, per esempio, la sèra che andai a quel ballo, vi rammentate? una muta ma viva disapprovazione era nei vostri occhi... non so perchè...

mi sembrò che mi consideraste assai frivola...

— Che idea, Violante! non ispettano a me questi giudizii. Ella mi tiene per un selvaggio, mi fa torto...

— No, non intendo farvi torto. Voi non vi esprimete mai, ma io vi leggo in faccia quello che pensate, lo sento perfino nella vostra voce. Vi trovo molto sottile, Montalto, molto raffinato. E vero che tutte le fanciulle vanno al ballo, è una cosa assai comune, e il non andarvi formerebbe la più strana delle eccezioni... ma chi sa... appunto per questo... confessate... non siete forse un idealista?...

— No, signorina, non mi ritengo tanto sottile...

e se sia un idealista, l’ignoro. So soltanto che la mia sventura mi ha costretto a considerare molte umane cose come uno spettatore, ed è ben diverso, lo creda, il recitare in una commedia, dallo stare a sentire...

— È dunque tutta una commedia la vita?