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dizione. Il suo capriccio per qualche tempo si trasformò in amore.
Una vita nuova cominciava’ per Elfrida, una vita d’illusione e di follia.
La signora Roccaoliva ch’era una donna semplice e retta e alla quale, per un sentimento di delicatezza, la fanciulla aveva confidato con grave sforzo il proprio segreto, aggrottò le ciglia, scosse il capo ma non ebbe il coraggio di esprimere una chiara opinione e si limitò a dare un consiglio. Secondo lei era necessario che la contessina. di Vallarsa rivelasse subito il suo nome al marchese di Beira, si giudicherebbe poi, dalle impressioni di quel signore.
Ma Elfrida indugiava istintivamente dinanzi alla delicata confidenza, la rimetteva da un giorno all’altro. Mai le era balenato alla mente il timore che Alessandro potesse avere dei sospetti sul suo passato. Ell’amava la dolcezza indeterminata di quello spirituale suo sogno, ell’avrebbe bramato che non finisse mai... Paga delle più pure gioie dell’affetto, d’una stretta di mano, d’un saluto scambiato da lontano, ella sfuggiva i lunghi colloqui, le visite frequenti, l’intimità pericolosa, sapeva imporre al giovane un contegno corretto è difendere in faccia agli impiegati dello stabilimento quella dignità che forse l’invidia sarebbe stata tentata più volte d’intaccare,
Quando il marchese dovette allontanarsi da Roma per accompagnare sua madre a Montecatini