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neficenza, ma prima di aderire all’invito domandò il consiglio di Montalto. Il giovane ben sapeva quanto la sua vanità potesse essere lusingata dalla comparsa di quella sua geniale allieva fra la piccola cerchia degli esecutori, ma all’ambizione prevaleva in lui il sentimento opposto, una certa gelosia del pubblico, una ripugnanza strana al pensiero che l’anima di lei, effondendosi nella musica, dovesse rivelarsi troppo a chi l’ascoltava.
Tuttavia egli non ebbe il cuore di dissuaderla, e sperando trovare una buona alleata nella marchesa, chiese a Violante che cosa ne dicesse sua madre.
— Mamma si rimette al vostro parere.....
— E lei, Violante, lo desidera? lo vuole?
— Se avessi la coscienza di poterlo fare con buon successo sì, lo desidererei.....
— Proprio?
— Proprio. Ma perchè ve ne meravigliate? Il pubblico esercita una grande attrattiva, un lascino quasi.....
Ma non appena ebbe proferite queste parole, Violante s’accorse d’aver toccato una corda dolorosa, e, per discacciare la triste rimembranza, subito propose di desistere dal suo progetto; ma Montalto aveva già vinto quella piccola lotta interna e adesso era lui che insisteva.
— Accetti, accetti, signorina — concluse egli, così rivivranno in lei le speranze della mia giovinezza.....