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sposto, sapeva soltanto, che una malìa irresistibile, angosciosa lo teneva incatenato, suo malgrado. Ma presto sopravvennero altre visite e dovendo cedere il suo posto, egli balzò in piedi con uno sforzo, prese rapidamente commiato e si trovò nel corridoio in faccia a Montemagno che lo trattenne e gli disse con trasporto:

— Come sta bene ora la marchesina, non è vero? Sei tu, Rose, che l’hai guarita, lo dice sempre! — E lo guardava fisso, con una certa tenerezza, come per indagare se il medico avesse saputo di quella loro recente, segreta promessa di matrimonio. Ma il dottore che s’era subito riavuto non mostrò alcuna speciale commozione.

— Vado un momento fuori all’aperto e ritorno! — diss’egli per svincolarsi dal giovine che gl’impediva il passo, con un’effusione d’innamorato riconoscente, e s’allontanò in fretta lasciando Montemagno alquanto sorpreso.


🞻 🞻 🞻


Rose esci dal teatro e si mise ad errare per le vie di Firenze come un pazzo. Egli soffriva crudelmente e, forse per la prima volta, gli sembrava che il suo martirio superasse ogni forza di reazione.

L’aveva guarita, sì guarita; Manuela era la bella, la viva, la palpitante immagine dei suoi principii, delle sue teorie, era una sua creazione, era un incon-