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d’esser riconosciuto, e la presenza di Manuela lo esaltava dolorosamente fino ad una inconsapevole speranza. Ma durante il prim’atto, mentre tutti erano assorti nella scena e applaudivano il tenore, egli non seppe resistere alla tentazione di quella dolce vista e guardò ancora.

Manuela sempre un po’ seria e raccolta teneva gli ocelli fissi sul cantante e, dietro a lei, un signore applaudiva con trasporto e quel signore era Montemagno. Allora Rose non vide più nulla, nè il palco, nè la scena: un fitto velo gli era sceso sugli occhi e colla morte nel cuore egli decise di partire alla fine dell’atto.

Egli usciva infatti, con passo mal sicuro, dall’atrio quando Montemagno lo raggiunse colmandolo dei più affettuosi rimproveri perchè non s’era ancor fatto vedere.

— Io non ti avevo riconosciuto prima d’ora! — esclamava il giovine — altrimenti sarei sceso subito! Vieni, vieni, le signore Aparia saranno felici della tua visita!

Rose si schermiva indarno. Egli finì col dire:

— Mi sento male.... non posso!

— Il caldo del teatro forse..... usciamo insieme a respirare un po’ d’aria, a prendere una bibita, poi torneremo.....

Ma Rose non accettò nemmeno questo e allora Montemagno, insistendo sempre, lo prese per il braccio, lo condusse fino al corridoio, aperse il palco e ve lo spinse con dolce violenza.