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dersi nelle sue stanze, non comparve al pranzo e per molte ore nessuno lo vide. Tutto gli era chiaro adesso, anche la cagione di certi turbamenti di Manuela: memore del passato, ella forse s’era drizzata contro le simpatie di Montemagno, ma indarno; ella aveva riavuto il sano equilibrio morale a cui sono complemento i nobili affetti, e il giovane a poco a poco la conquistava.....
L’indomani di buon’ora, quando discese, dopo aver compiuto faticosamente il suo giro di visite, essendo una giornata piovosa, molti bagnanti facevano la reazione sotto il chiostro. Il giovane si fermò un minuto nell’atrio donde si vedevano due ale del porticato è guardò in giro con occhio smarrito. Manuela passeggiava coi suoi soliti compagni, Eva e Montemagno, ma appena si volse e lo vide, seppe allontanarsi destramente da loro e s’accostò al medico stendendogli la mano. Era pallida, com mossa, e nel suo sguardo ardeva una muta, dolente preghiera. La sua presenza fece tornare Rose in sè, improvvisamente. Si ricompose con uno sforzo eroico, strinse la manina bianca, trovò sorridendo la solita forma di saluto mattutino. Ella interrogava sempre, colle limpide pupille, ma gli occhi velati del giovine non ebbero che una risposta di pace. Amarezze, dolori, angoscio, speranze perdute, tutto, tutto fu riposto con quello sguardo in un eterno silenzio. La forza morale, quel principio di energia e di salute per il quale Rose non cessava di battersi nella grande mischia delle miserie