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in questa lenta agonia, pensò egli, e risolse di porre da parte tutti gli scrupoli e di affrontare il suo destino, faccia a faccia.

Il giorno appresso, tornando da un paesetto di montagna ov’era stato a trovare una vecchiarella sua protetta, invece di prendere la solita scorciatoia, egli deviò in un prato ove Manuela amava qualche volta dilungarsi nelle sue passeggiate mattutine, quando esciva sola, senza la cameriera. Aspettava da un quarto d’ora all’ombra d’un grande frassino, quando ella comparve da lontano nella serena luminosità verde dell’erba stellata di ranuncoli e di margherite. Camminava adagio, chinandosi or dall’una or dall’altra parte del sentiero per cogliere fiori. Poi si soffermò un momento come fosse rapita dalla bellezza festosa del giorno estivo e cominciò a cantare- Non era più il lamento straziante della canzone russa, era una melodia dolce, amorosa.

— Manuela! — disse il giovane, molto commosso.

— Buon giorno, Rose — rispose, serenamente, la fanciulla, venendo innanzi col suo fascio di fiori — pensavo proprio a lei, in questo momento, per una curiosità botanica ch’ella potrà certamente appagare. Prima di venir qui, feci con Adele una lunga passeggiata a Torcegno e raccolsi questa piantina — soggiunse, porgendogli una balsaminea. — Come si chiama?...

— È l'impatiens noli tangere — rispose il gio-