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l’organo. Due ore dopo li vide ritornare carichi di fiori. Il parroco aveva fatto loro gli onori del suo orto. Manuela teneva un fascio di gigli bianchi in mano e sul suo cappello a larghe tese Eva aveva appuntato tre o quattro di quelle belle rose centifoglie antiche, vivide, olezzanti che fioriscono tardi in montagna, e che si trovano ancora nei modesti giardini di paese. Il viso della fanciulla era irradiato d una insolita letizia, e a Rose sembrò che da quella sorridente giovinezza gli venisse un fascino sempre più irresistibile e sempre più doloroso.

Da quel giorno un grave sospetto gli penetrò nell’anima. Egli si mise ad osservare Montemagno in ogni suo atto, in ogni suo movimento, in ogni sua più insignificante parola. E notò che quando Manuela esciva per la reazione, poco tempo dopo, se non era sola, egli andava da quella parte per poterla incontrare; vide che offriva i suoi servigi di preferenza alla marchesa che alle altre signore, che in sala era il più assiduo al suo circolo; scoperse qualche occhiata furtiva ma intensa, quantunque non corrisposta; osservò all’occhiello del suo vestito qualche fiore che v’era già comparso il giorno addietro; s’accorse che all’apparire della fanciulla visibilmente si turbava. Allora cominciò a provare uno spasimo atroce; il suo affetto che il lungo sacrifizio aveva reso quasi selvaggio, gli parve troppo grande per quel silenzio, per quella torturante incertezza. Meglio morire tutto ad un tratto, in un’ora decisiva, piuttosto che languire