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aver molto caldo per la doccia. M’affidi il suo libro, signorina; che cosa legge?
— Zur Diätetik der Seele di Feuchtersleben.
— Un’utile e seria lettura. È suo questo piccolo volume?
— No, è del conte di Montemagno.
— Ah! — disse Rose facendosi ancor più pallido.
— Me lo prestò ieri e mi piace assai... Senta, Rose, questo brano.. E mentre proseguivano insieme la via, uscendo dal bosco, Manuela lesse:
«Lo scopo supremo della vita non è la sodisfazione dei nostri desideri, è l’adempimento del dovere, senza del quale non esiste vera sodisfazione. L’insipida monotonia del godimento insegna colla sazietà il valore del lavoro, ma l’uomo che non riflette impara troppo tardi questa lezione. Il desiderio insaziato fa la disperazione degli stolti e l’allegrezza dell’uomo intelligente. La vita infatti non è che un’idea senza valore, una pagina bianca finche non vi sono scritte queste parole: «Ho sofferto, vale a dire ho vissuto.»
«La felicità è incerta e passeggera; il solo dovere è certo e eterno. Ma se la Provvidenza ha creato il dolore, gli ha pure messo allato la gioia che consola: la lotta fra questi due sentimenti rivela la grandezza del nostro destino. Non v’ha più bel sorriso di quello che illumina un volto bagnato di lagrime; non v’ha più alto e più durevole desiderio di quello che non può essere so-