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Alle cinque le signore Aparia si disposero per la partenza. Donna Cristina aveva le lagrime agli occhi. Sinceramente buona, ma fornita d’una sensibilità superficiale, ella prendeva subito affetto alle persone e ai luoghi, vivendo sempre sotto l’impero dell’ora che passa Manuela invece sembrava indifferente, forse provava una segreta contentezza che un delicato riguardo verso gli astanti le impediva di esprimere. La sua anima avvezza a precoci patimenti, rimaneva quasi impassibile dinanzi alle fugaci emozioni della vita.

Francavilla, tutto premura, s’affaccendava intorno alla carrozza, proponendosi di accompagnare le signore a Biella, con Samara. Eva Antella e Maria Dare piangevano in silenzio, Manuela s’occupava a preferenza di loro e della sua bagnaiola ch’era scesa nell’atrio per salutarla.

Il medico comparve all’ultimo momento. Egli aveva evitato, per tema di tradirsi, un più intimo colloquio colla signorina Aparia. Nondimeno donna Cristina e la figliuola lo trassero amichevolmente m disparte, ma non fu che un fuggevole scambio di addii. Rose aggiunse ancora, con voce soffocata, qualche raccomandazione, qualche buon consiglio, poi si mise accanto alla predella e le aiutò a salire fra le borse, i cuscini ed i fiori. Francavilla le segui, Samara saltò a cassetto e, accompagnata da alcuni altri signori, la carrozza s’avviò lentamente