Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 322 — |
colla comitiva, il dottore n’ebbe un subisso di confidenze non richieste.
Il conte di Francavilla si mostrava più che mai innamorato di Manuela, era stato sempre al fianco di quelle signore, anche durante la visita al Santuario, poi s’era messo in quattro per raccogliere gramigne nei prati; insomma tutto procedeva per il meglio. È vero che di lei, della signorina, non si poteva dir nulla, sempre accanto alla madre, sempre seria e di poche parole.
Intanto ella, la signora Bruni, s’era data premura d’informarsi da buona fonte delle condizioni finanziarie della famiglia Aparia e l’aveva avute assai sodisfacenti. La marchesina era ricca, assai ricca! — aggiungeva stringendo gli occhi.
— Ricca? se ha diversi fratelli — esclamò finalmente il medico, con disgusto.
— Una zia paterna, la sua matrina, le lasciò morendo un vistoso legato; oh! per ciò che riguarda la dote andiamo benissimo, ora non ci resterebbe che indagare per la salute... Lei forse potrebbe asserire con certezza.. non so, quel pallore, quelle turbe nervose... dicevano che avesse un principio di consunzione... — bisbigliò ella, insistendo col coraggio d’una persona incaricata.
Il volto di Rose si fece bianco di collera ed egli rispose con un sorriso sdegnoso:
— Quale amore pieno di scrupoli!... quale lusinghiera fiducia nella mia compiacenza! Del resto, la signorina Aparia è di complessione perfetta-