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— Avete ragione mio buon maestro, il ballo è una grande follìa.
— Io non ho detto questo...
— Non l’avete detto, ma ve l’ho letto negli occhi..
Perchè pensava ella così? Aveva forse sentita in mezzo alla folla quel vuoto amaro, quella mancanza inesplicabile e quasi angosciosa che per certe anime profonde rende spesse volte nulli i più attraenti diletti della vita?
— Ella è molto buona — mormorò Moltalto, con uno dei suoi profondi sorrisi, — ma non deve lasciarsi influenzare dalle mie idee nere... ne avrei rimorso.. glielo dissi giá altre volte, il destino mi costringe ad. essere diverso dagli altri...
Poi rasserenandosi, egli soggiunse: — Suoniamo, suoniamo, signorina! Prenda le nostre care «Danze norvegesi» a quattro mani e la «Ouverture della G-rotta di Fingallo.»
Subito sedettero al pianoforte, e le mirabili ispirazioni di Grieg e di Mendelssohn, evocando simultaneamente nella loro fantasia la bellezza dei paesaggi nordici, facendoli spaziare insieme nel cielo e nell’oceano e nelle verdeggianti foreste, concessero più che mai ai due giovani quella mistica trasmissione del pensiero ch’è un privilegio elettissimo della musica.