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Il giorno appresso, rivedendo il dottore da sola in un corridoio, la fanciulla gli disse piano:
— Nella crudele insonnia di stanotte ho preso la risoluzione di seguire i suoi consigli e mi proverò...
Poi passò oltre, con un leggero saluto, senz’attendere la risposta. Ma fu di parola, e si mise a fare la cura con assiduità, proponendosi di non vivere più così ritirata. Erano sopravvenuti nuovi forestieri e diversi gruppi s’eran formati secondo la loro provenienza. La marchesa era riescita a raccogliere intorno a sè e alla figliuola le persone più simpatiche e per bene e faceva vita con loro, nel chiostro, in giardino, nella sala di ritrovo. Qualche giovinotto aveva tentato d’avvicinarsi a Manuela e vi fu anzi una bagnante pettegola, la signora Bruni, che s’incaricò di narrare al medico come il conte Francavilla ne fosse invaghito. Rose, sempre più occupato, poteva appena intrattenersi pochi minuti la sera, dopo cena, con la signorina Aparia per darle qualche suggerimento, ma non erano mai soli e egli doveva limitarsi a giudicare dei suoi progressi dall’aspetto. Difatti la fanciulla pareva alquanto mutata. Sulle sue smorte guance s’era diffuso un po’ d’incarnato, la sua andatura era più certa, più limpida la sua voce.
Una sera, passando nel chiostro davanti al medico, si fermò e gli disse: