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stato concesso di stringere fra le sue braccia la gentile e simpatica creatura, ma che molti altri indifferenti forse o indegni, nel ballo, l’avrebbero fatto per la prima volta, profanando collo sguardo indiscreto una verginale purezza fino a quell’ora sì gelosamente custodita. E si ribellava Montalto all’umano convenzionalismo, che ammette licenze pericolose e affetta severità inefficaci, prestandosi alle più singolari contradizioni; ma un violento sforzo del pensiero lo rese subito arbitro di sè, e scorrendo collo sguardo la musica domandò soltanto:
— Perchè ha fatto quest’ultima variazione in tempo di waltzer?
— Di waltzer?... non saprei... forse avevo in mente il ballo, ed esso mi ha suggerito quel ritmo senza volerlo...
Ma appena ebbe detto questo la fanciulla intuì più che mai l’acerbo patimento del suo maestro, e, pur rifuggendo dall’indagarne la cagione, provò in cuore una vaga inquietudine commista alla più affettuosa e profonda pietà. E subito venne a sedere sopra uno scanno, accanto a lui, e dandogli del voi, ciò che faceva qualche volta, gli disse con grande amorevolezza:
— Come siete triste stasera, maestro! che cosa avete?
— Io? nulla, signorina. Sono forse un po’ affaticato... — E sotto il dominio della volontà gli occhi gli si fecero indifferenti e freddi.