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— Non posso, non posso, il dottore me l’ha proibito.

Mentre le signore protestavano contro quella scusa, ella volse all’intorno lo sguardo accorato in cerca di Rose che non c’era, e sempre più stizzita e ferma nel suo diniego esclamò:

— Il dottore! il dottore! lo chiamino!

Filippo Parny, il solitario ipocondriaco che stava fra la gente per obbedire al medico e che aveva in orrore tutte quelle amabili violenze sociali, andò diritto ad avvertire Rose, nel suo studio. Quando il giovane, sorpreso, comparve in sala, Manuela fece alcuni passi verso di lui e gli chiese con un luminoso sorriso:

— Dica, dottore, non è vero che mi ha proibito di suonare?

Lo sguardo e l’accento erano supplichevoli.

Una fugace espressione d’ironica meraviglia passò sul volto di Rose, tuttavia egli aderì subito, generosamente, a quel capriccio, dichiarando che in fatti era d’avviso che la signorina Aparia dovesse astenersene e che non poteva a meno d’ammirare la docilità della sua paziente.

Allora un giovinotto si mise e strimpellare un ballabile e alcune coppie si lasciarono sedurre dal ritmo invitante. Rose non disapprovava il ballo, ritenendolo per certuni Un buon esercizio ginnastico, e qualche Volta, stava perfino a vedere, per quanto malinconica potesse sembrargli una danza fra persone mezze inferme o sofferenti. Quella sera