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Il lamento appassionato echeggiava da lontano e le roccie rispondevano tristamente: Hélas, Hélas!
Rose attese la seconda strofa della bella canzone russa ed essa venne ancor più mesta della prima, poi indugiò ancora a proseguire il suo cammino.
Manuela non cantava più, e, secondo la sua abitudine, s’era appoggiata ad un tronco e stava colla testa china, pensando. Si credeva e si sentiva sola. Rose ebbe qualche minuto d’esitanza, poi scese, risoluto di passar oltre con un semplice saluto per non irritarla, ma, con sua meraviglia, fu la fanciulla che, senza dissimulare la sua consueta diffidenza, lo trattenne, interrogando:
— Dottore, si può nuotare in questo bacino?
— È piuttosto profondo e l’acqua n’è assai fredda, nei giorni buoni non raggiunge più di quattordici gradi — disse Rose. — Molti uomini tentarono la prova e se ne risentirono.....
— A me non farebbe niente, ne sono certa — interruppe Manuela — e voglio provare.
— Vorrebbe esporsi a un tale rischio, quando non tollera un’immersione di pochi secondi?
— L’immersione fa parte di una cura noiosa o questo invece sarebbe un sollievo.
Il giovane ebbe un sorriso che richiamò un lieve rossore sulle guancie pallide di lei, nondimeno egli rispose:
— Ci si provi pure, io non voglio troppo con-