Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 278 — |
della cura. Mentre passavano il dottore li nominava:
— La signora Cefalù, con sua nipote. La famiglia Mevi. Il marchese Della Paglia. I fratelli Mallotti di Venezia.
— E quella giovane che siede laggiù in fondo con un bellissimo bambino? — domandò la marchesa.
— Una meridionale, si chiama Eva Antella.
— Com’è sparuta! E pure dev’essere stata bella anche lei, un giorno. Ha degli occhi!
— Bella e sventurata. È il terz’anno che viene qui a far la cura, ma ha troppo sofferto moralmente per potersi riavere del tutto. Fu abbandonata dal marito.... non è un segreto.
Manuela, che fin lì era sempre rimasta concentrata in se stessa, sollevò uno sguardo pietoso e la marchesa proseguì:
— E il giovanotto sempre fermo sulla porta della sala?
— Un francese... Filippo Parny. Glielo presenterò domani, se permette. E guarito e si trattiene qui soltanto per accondiscendere al mio desiderio. E un’anima solitaria, ma non rifugge dalle squisite eccezioni.
— Quanta gente nuova! — sospirò finalmente Manuela. — Potremo pur vivere a parte senza far tante conoscenze, non è vero mamma?
— Certamente! — disse Rose, incaricandosi della risposta — ma io non la consiglierei, la distrazione è necessaria.