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dissimulare una viva contrarietà — le mie sofferenze non sono definibili.

— Il dottor F... la ritiene affetta da generale anemia e da una forte perturbazione nervosa. Come si determinano i patimenti ai quali egli accenna?

— Vado soggetta a grandi sfinimenti... — mormorò con riluttanza Manuela.

— Certe volte le sembra di svenire all’improvviso e mi sta sdraiata dei giorni interi — continuò la marchesa — poi, ad un tratto, le sopraggiunge l’ardore dell’occupazione, lavora, studia fino a notte inoltrata.. È presa, non di rado, da vertigini, da palpitazioni, da moleste nevralgie vaganti.

— Febbre? — domandò Rose.

— L’ebbe, altissima, due anni fa, quando si manifestarono le prime turbe, poi più.

— Tosse?

— Qualche volta ma fu sempre considerata come uno spasimo nervoso.

— Appetito?

— Assai poco.

— Sonno?

— Sempre scarso e agitato.

Mentre donna Cristina sosteneva quest’interrogatorio in vece sua, Manuela s’era alzata per uscire sul balcone della torretta.

Gustavo Rose segui con lo sguardo l’esile figurina, il volto pensoso e profilato, che la ricchezza dei capelli castani faceva parere ancor più bianco nella delicata trasparenza dei suoi lineamenti, e disse piano: