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eccessivo: pareva ch’ella si studiasse attentamente di sottrarsi all’investigazione, spesso non disinteressata, dei suoi molti ammiratori.

Per accondiscendere a un desiderio della marchesa, nelle serate in cui c’era minore concorso di gente, ella cominciava a farsi sentire al pianoforte in una piccola cerchia di amici, deliziandoli, ma non suonava mai le cose predilette per non tradire troppo la commozione sempre. viva dell’animo, e di quella ritrosia il maestro le era grato, in silenzio, come se gli ripugnasse di veder palesati ad altri i meriti artistici dei quali egli solo, fino allora, aveva goduto le squisite primizie e le compiacenze dolcissime.

Quei ritrovi venivano qualche volta interrotti dalle prime celebri o da produzioni musicali o drammatiche scelte alle quali la marchesa non voleva che la sua figliuola avesse a mancare; a Montalto era stato assegnato un posto fisso nel palco Riace, e egli ricordava sempre con sommo diletto le belle ore d’intensa vita intellettuale in cui le delicate e un pò timide impressioni di Violante, passando a traverso il suo virile temperamento, prendevano forma e si completavano.

In quell’inverno la signorina Riace fu presentata in società e ricevette molti inviti. Benché non dimostrasse alcuna propensione per i divertimenti giovanili, la marchesa manifestò tuttavia il desiderio di condurla al ballo dei duchi Samoclevo ch’erano loro parenti e amici intimissimi.