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amata. Poi, mentre stavo presso una finestra, guardando follemente nel vuoto, mi gettò le braccia al collo con un’angoscia disperata Io sentii l’effluvio inebriante dei suoi capelli biondi, io sentii il fremente ardore dei suoi baci e l’armonia magica dell’amorosa parola, sentii la tentazione rinnovarsi imperiosa e tutte le voluttà del senso e dello spirito riprendermi, in un momento solo, con violenza irresistibile, ma mi parve che una forza sovrumana mi svincolasse da quell’abbraccio.

Una morta era fra noi e in virtù di quella morta io vedevo chiaramente entro le tenebre della passione, sentivo che quella passione così ardente dinanzi all’ostacolo, resa libera da ogni freno e arbitra di sodisfare sè stessa per intero, avrebbe dovuto spegnersi nel più torbido disgusto, subendo con ciò il suo naturale, il suo giusto castigo, sapevo ormai qual’è l’amore che sopravvive al tempo e alle sue prove.

— La vita e la gloria ti stanno dinanzi, Irene — le dissi — io non ti porterei che sventura. Dobbiamo separarci.

— Crudele! — ella esclamò drizzandosi fiera mente.

— È vero, io fui crudele, ma non con te. Con te sono saggio.

— Curzio, Curzio — ella esclamò, stendendomi ancora una volta le braccia, tutta palpitante

Io indietreggiai verso la porta

— Curzio — ella ripetè follemente, sbarrandomi la via.