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cercava con gli occhi, sentiva la mia presenza ed era distratta. Dopo il second’atto, scesi sul palcoscenico, andai da lei nel camerino. La separazione era stata lunga, e il ritrovo ebbe qualche cosa di angoscioso. La commozione le fece trovare nella sua ultima scena degli effetti strazianti. Calata finalmente la tela la raggiunsi, l’accompagnai in gondola all’albergo, le narrai ogni cosa.
— Ebbene — mi diceva Irene — se tua moglie sa tutto; perchè non vi separate? perchè non la lasci?... che cosa sei tu per lei ormai?.... l’inganno e la finzione erano mezzi indegni di noi. Hai fatto bene a parlare e ora devi godere il frutto della tua schiettezza.
E mi rimproverava di non avere nè volontà, nè passione. Come Eva, ella concedeva all’amore tutti i diritti; dinanzi a quella volontà così imperiosa, a quella coscienza così impassibile, io rimasi ancora una volta sedotto e vinto.
Una mattina, prima dell’alba, ella volle che uscissi con lei in gondola
Nel bacino di San Marco, dormivano ancora ì piroscafi e i velieri, in un silenzio profondo, sulla laguna nera. Il barcaiuolo procedeva sicuro, nel canale di Chioggia, tra le due file dei pali biancheggianti al lume delle stelle. A_ poco a poco, in cielo, lo sfavillio si spense e una luce blanda cominciò a diffondersi dall’oriente sull’ampia distesa delle acque. Allora noi dicemmo al barcaiuolo che riposasse e egli s’addormentò. Spinta da una