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— Non potrai perdonarmi, Emilia, mai, mai perdonarmi?....

Ella stette un momento esitante, un momento solo. Poi, la sua fronte s’illuminò d’un raggio che veniva dall’alto.

— Perdonarti? — ella disse amaramente — a che giova perdonarti? Tu pensi a un’altra donna e il fatto non muta. Ma io ti perdono Curzio, perchè ti ho molto, molto amato!... A te sembra che non t’abbia mai compreso, ma nemmeno tu hai mai compreso me... Eravamo vicini, tanto..... e ora, un’infinita distanza ci divide... per sempre. Questo ti dico, che preferisco sapere tutto, conoscere tutto piuttosto che restare nelle angosce del dubbio, piuttosto ch’essere ingannata...

Ella parlava gravemente e colla voce rotta, il suo volto era d’un pallore spettrale.

Io stavo con la testa fra lo mani, le tempia mi martellavano come se qualche cosa dovesse spezzarsi entro di me.

— Oh Dio! — ella gridò tutt’a un tratto — e io che mi struggevo di tenerezza!

Io sorsi con impeto e — Lasciami partire — esclamai — lasciami andare lontano, lascia ch’io sfoghi tutta questa malvagia follia della mia giovinezza.... forse un giorno tornerò rinnovato... la tua virtù potrà purificarmi....

— No, Curzio, te lo domando in grazia, non partire. Tu lo sai, come non amo le scene volgari e tutto quello che rivela indebitamente la parte più