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Io chinai la testa con la più profonda amarezza.

Ella tacque un momento: pareva che pregasse. Indi riprese con voce più forte, quasi autorevole:

— Ricordati, Curzio, che la fede coniugale è sacra.

— Mamma, perchè mi parli così?

— Perchè un uomo veramente onesto lo è in tutte le cose, senza eccezione.

Un brivido m’assalse; mi trovai in ginocchio e colla testa perduta fra le coltri in un singulto disperato. La mano già incerta della mia povera madre mi cercò, la sentii errare fra i miei capelli come quando ero bambino.

— Piuttosto di compiere un tradimento — disse ella — bisogna affrontare qualunque sacrifizio. La vera forza virile sta nel dominio delle proprie passioni. Le tue lagrime m’assicurano che la tua coscienza non è corrotta: con quest’ultima speranza, Curzio, ti benedico.

Io sentii fluire entro di me, con una muta angoscia, la potenza strana dell’atto benedicente.

La monaca che avevo fatto venire per assistere mia madre, entrò e non scambiammo altre parole intime. Vedendo che la cara inferma rapidamente peggiorava, pensai di telegrafare ad Emilia. Ella mi rispose subito e arrivò col primo treno. Era accoratissima. Nel vederla, mia madre si rasserenò e sorrise. Emilia dichiarò .di volerla assistere senza l’aiuto della monaca, dicendo che fra lei e me avremmo bastato a tutto. Passammo