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Sembravamo sopraffatti entrambi da un abbattimento profondo. Forse un ricordo non ancora interamente assopito sosteneva la mia volontà, ma l’inevitabile destino di quell’imperioso amore era fra noi; ci sentivamo scolorire in volto, gli occhi ci si empivano di lagrime.
Tutt’a un tratto, nello sguardo d’Irene lampeggiò un tale ardore di dolorosa passione, che la vita mia, il passato, Emilia, tutto mi sfuggì dal pensiero su cui quella creatura meravigliosa e in cantatrice da gran tempo regnava.
Cademmo uno nelle braccia dell’altro in un ineffabile esaltamento di follia.
🞻 🞻 🞻
Io rimasi alcuni giorni a Milano e indussi facilmente Irene a rompere il suo contratto per l’America.
Come l’editore era assente e non avevo potuto combinar nulla, scrivendo ad Emilia, mi valsi di quella scusa per il mio indugio a ritornare. Ella mi rispondeva dolcemente e tristemente, lamentando di non potermi raggiungere, per certi lavori di ristauro ch’erano cominciati nella villa e che desiderava sorvegliare ella stessa, lo scorrevo appena le sue lettere, poi le bruciavo con un senso di sgomento. In capo a due settimane, ella cessò di mandarmi le sue notizie. Assorto com’ero, dalla passione, alla prima, non m’accorsi nemmeno di