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— Tu mi domandi, Curzio, e io ti rispondo sinceramente: no, non sarei contenta.

— Perchè, dimmi perchè?

— Le produzioni artistiche che non hanno uno scopo morale mi ripugnano, lo sai. Perchè tu, proprio tu devi creare una figura così ripulsiva? una suicida?....

— Le passioni esclusive e indomite non sono prive di grandezza...

— Grandezza tu dici? mi sembra grande colui che sa soffrire e morire in silenzio quando Iddio lo chiama... (oh quelle parole!).

— L’arte, Emilia, secondo me è fatta per rappresentare, non per insegnare... tu non vorrai ch’io scriva delle commedi ole per gli asili d’infanzia..

— Ciò che non mira unicamente al bene mi sembra inutile — concluse Emilia con un involontario rimprovero nello sguardo.

Io riposi il manoscritto con grande amarezza, m’alzai e andai a passeggiare in giardino. Mi sentivo più che mai infelice, mi pareva che mille legami diversi mi vincolassero da tutte le parti, che 11 mio cervello dovesse dibattersi entro una cerchia di ferro.

Questi accessi di ribellione e di tristezza non erano rari; Emilia me li leggeva in volto e cercava di rasserenarmi con carezze e con dolci parole. Ma quella sera ella non venne, e quando tornai in casa per darle la buona notte, la trovai nella sua camera da letto, inginocchiata dinanzi